I COMPITI

Dopo la merenda,  lasciatelo giocare per un’ora abbondante. Ha certamente dei corfipiti da fare, ma ha prima di tutto bisogno di muoversi, di distendere il fisico, di lasciare libera la fantasia. È meglio che vi occupiate di sorvegliare che, un’ora prima del pasto serale, si metta a fare i suoi compiti, quando si è un po’ riposato della scuola. Altrimenti le ore passate sui quaderni rischierebbero di essere perdute a fantasticare e a sbadigliare. Se vi chiama in aiuto non lasciatevi intenerire al punto di fare i compiti al suo posto, gli rendereste un cattivo servizio. Invece di imparare ad assumersi le sue responsabilità di scolaro, si appoggerebbe a voi per nascondere i suoi ritardi e le sue mancanze. Ma non lasciatelo completamente solo davanti al compito. Nell’età scolare il bambino si scoraggia presto di fronte al lavoro intellettuale che gli si impone. La sua volontà di apprendere è ancora vacillante. Egli apprende per farvi piacere, per non sfigurare di fronte ai compagni; non apprende per il piacere di apprendere: gli studi nei quali è impegnato gli sono imposti dal mondo degli adulti; non è lui che li ha scelti. Il vostro sostegno morale gli è quindi necessario per eseguire ogni giorno i compiti a casa. Fategli ripetere ciò che deve imparare a memoria, esaminate insieme con lui i problemi che deve risolvere’. Aiutatelo a controllare i libri e gli oggetti che deve preparare per il giorno successivo. Tutto ciò finché ne è soddisfatto. L’avvicinarsi della pubertà con i suoi desideri di autonomia, vi libererà da questo compito.


LA TELEVISIONE

Guardare la televisione affascina i ragazzi. Molto prima di essere in grado di capire ciò che accade sul piccolo schermo, il bambino guarda con avidità questa sorgente di luce e di movimento. Appena uscito dalla scuola, il bambino tende ad installarsi davanti alla televisione mentre mangia la sua merenda. Certi genitori si servono dello schermo come di una baby-sitter: sicuri che i loro figli resteranno tranquillamente seduti a guardarlo, possono alkntanarsi, fare brevi uscite, attendere alle proprie occupazioni.
Non si può negare l’influenza intellettuale della televisione come mezzo per acquisire nuove conoscenze. I bambini che seguono la televisione risolvono meglio degli altri i test di cultura generale (studio compiuto in Inghilterra), hanno un vocabolario più vasto al momento del loro ingresso nella Scuola (studio compiuto negli Stati Uniti e in Canada)
‘.
L’inconveniente maggiore della televisione è la limitazione dell’esercizio fisico del bambino. Egli ha bisogno di muoversi dopo le lunghe ore scolastiche di immobilità forzata. Inoltre il pic

colo schermo limita i rapporti familiari. « Vi sono famiglie in cui non si parla affatto da quando è entrato in casa l’apparecchio televisivo »  
Il momento in cui ritorna dalla scuola, ancora tutto preso dai casi che vi ha vissuto, è il più importante per mantenere il contatto con i suoi problemi, i suoi interessi, le sue conoscenze. M. de Villers parla di una specie di delega di prestigio che viene a turbare i rapporti tra genitori e figli. Il televisore ne sa più dei genitori che perdono così la figura di dispensatori del sapere 18 Esso ne sa di più anche delle abituali fonti di lettura dei ragazzi, ed è più facile da seguire. Per conseguenza, nelle famiglie che possiedono un apparecchio televisivo, i figli leggono meno. Alla passività fisiologica del corpo davanti allo schermo viene ad aggiungersi la passività mentale dello spettatore che assorbe tutto ciò che gli viene presentato, senza la minima partecipazione personale.


I
GENITORI POSSONO PERMETTERE UN RAGIONEVOLE ASCOLTO
Il rimedio appare semplice: limitare l’ascolto ad alcune trasmissioni interessanti, specialmente preparate per essere viste dai giovani, trattando argomenti che interessano direttamente i componenti della famiglia. La televisione allora suscita il dialogo invece di inibirlo: ma bisogna che i genitori abbiano il coraggio di imporre queste limitazioni. Ora, vi sono anche dei genitori, intossicati a tal punto dal piccolo schermo, che si guardano bene dallo spegnerlo, allorché bisognerebbe indirizzare il bambino verso altre attività. In queste condizioni è difficile per il bambino dar prova di una tale padronanza di sé da fare i propri compiti o andare a dormire, sapendo che per gli altri componenti della famiglia lo spettacolo prosegue. I figli si coricano in generale più tardi nelle famiglie che posseggono un apparecchio televisivo, i pasti sono consumati più rapidamente, cosa che aumenta il nervosismo generale. Sembra dunque importante, quando si hanno figli di età scolare, vigilare affinché la televisione rimanga un diversivo episodico e non regolare.