UN MODO PER PALESARE ...

RABBIA E FRUSTRAZIONI

CRISI DI OSTINAZIONE

La crisi di ostinazione rappresenta uno dei modi in cui i bambini palesano e sfogano la loro rabbia e le loro frustrazioni. Durante la crisi si buttano a terra, tirano calci e pugni, danno testate corrono qua e là, picchiano giocattoli, animali, tavolini, sedie o persone (anche gli adulti cadono in preda a crisi di collera o di ostinazione, ma di solito si comportano in modo più discreto, ad esempio guidano l’automobile ad alta velocità).

Aspettatevi di quando in quando una crisi di ostinazione nei bambini di questa età. Vi accorgerete che si tratta della reazione a una grossa frustrazione. Gli adulti che si mantengono calmi e fiduciosi rassicurano il bambino sconvolto dalla crisi, che è spaventato esso stesso dalla rabbia e dall’aggressività che lo scuotono. Gli adulti che si arrabbiano a loro volta o che si dimostrano turbati ottengono solo l’effetto di aumentare le frustrazioni del bambino.

.Come affrontare una crisi di ostinazione?

 Non esistono regole precise su come comportarsi con un bambino frustrato e arrabbiato. Ogni bambino e ogni situazione sono unici e richiedono risposte personalizzate. Tuttavia i tre modi più consueti per affrontare le crisi di ostinazione consistono nei distrarre il bambino, nell’ignorano o nei cedere ad esso incoraggiando così le Sue azioni.

Per fortuna i bambini a questa età si lasciano distrarre facilmente. Abbiamo osservato una volta in un grande centro commerciale una bambina di tredici mesi che stava mettendo in atto la sua prima crisi di ostinazione perché sua madre non la lasciava entrare in un certo negozio. La bambina si buttò per terra sul marciapiede calciando e urlando. La gente si fermava e la madre, imbarazzata, cominciò a sgridarla e a picchiarla. Poi ripresero a camminare e la madre tentò con successo di indirizzarla verso altre attrazioni.

Alcuni cercano di tener testa a queste crisi ignorandole. Questa tecnica può avere successo o può fallire. Ecco un caso coronato da successo: un’assistente ignorava la crisi trafficando in un’altra parte della stanza.

Subito il bambino si alzò, le corse di fronte, si gettò a terra e ricominciò la scena. L’assistente si voltò da una parte; il bambino si alzò, corse di nuovo da lei, le intimò;

« Guardami piangere! » e scoppiò a ridere. La crisi di ostinazione era finita. Ma un altro adulto che aveva adottato lo stesso comportamento non fu altrettanto fortunato; il bambino continuò per dieci minuti a piangere e a dimenarsi finché non fu preso in braccio e portato in giardino dove poté sfogare liberamente la sua rabbia.

Il terzo modo consiste nel cedere alle richieste del bambino. Questo comportamento, naturalmente, sembra incoraggiare il ripetersi delle crisi di ostinazione. Un bambino, appena finito di bere un succo di frutta, ne chiese un altro. L’assistente non glielo diede e il bambino si arrabbiò e cominciò a gridare. Per farlo tacere l’assistente tornò sulle sue decisioni e glielo diede. Il risultato fu che le crisi di ostinazione divennero più frequenti perché il bambino aveva ottenuto ciò che voleva.

Come evitare le crisi di ostinazione.

Quando sono frequenti (parecchie volte al giorno) forse sono causate da sovraffaticamento o da una malattia. Quando invece capitano una volta ogni tanto trovano probabilmente la propria origine nell’ambiente in cui vivono i bambini, che può essere troppo repressivo sia dal punto di vista degli spazi sia dal punto di vista sociale. Un ambiente con uno spazio all’aperto, organizzato in modo da permettere ai bambini di correre, arrampicarsi, spingere, trainare e muoversi liberamente senza che gli adulti intervengano continuamente con divieti, contribuirà a ridurre le frustrazioni e a scaricare l’energia dei bambini. Lo stesso discorso vale per gli spazi interni in cui non sono in evidenza quegli oggetti che non è opportuno vengano maneggiati dai bambini, mentre sono ben visibili quei materiali che servono a scaricare l’esuberanza tipica di questa età, come banchi da falegnameria e strumenti musicali.

Alcune crisi di ostinazione non possono essere evitate; infatti, come abbiamo visto, si tratta di reazioni comuni nei bambini arrabbiati, frustrati e che stanno diventando autonomi. D’altra parte un ambiente che permette ai bambini di scaricare le proprie energie fisiche e che elimina le restrizioni non necessarie riduce al minimo all’interno del nido le crisi di ostinazione.

Modificazione del comportamento

Come il termine « crisi di ostinazione », anche « modificazione del comportamento » può evocare sentimenti negativi. Quando sentiamo dire « crisi di ostinazione » immaginiamo spesso dei bambi1i che tentano di manipolare degli adulti (Billy vuole una caramella, la madre non gliela dà. Billy si fa venire una crisi di ostinazione con cui spera di farle cambiare idea). Quando sentiamo « modificazione del comportamento » immaginiamo invece un adulto che tenta di manipolare un bambino (la madre vuole che Billy metta a posto i giocattoli. Billy non vuole, la madre promette a Billy una caramella se raccoglie i giocattoli, sperando così di fargli cambiare idea).

La modificazione del comportamento conferisce agli adulti un grande potere nei confronti dei bambini. Per questo deve essere usata con molta cautela. Un uso corretto di questa tecnica consiste nel rinforzare i comportamenti positivi e ignorare quando è possibile quelli negativi. Ai bambini di questa età non si addice assolutamente quel tipo di punizione che consiste nell’isolarli per un certo periodo di tempo, perché potrebbe far nascere in loro dei sentimenti negativi verso se stessi e ostacolare lo sviluppo di una positiva coscienza di sé.