Da: E. Damiano, L’azione didattica. Per una teoria dell’insegnamento, Armando Ed., 1993
(...) l’insegnamento viene definito come mediazione, anzi, più precisamente come azione che produce mediatori: azione poietica, quindi (...) i cui prodotti sono appunto i” mediatori” (...)
I mediatori, in quanto esito dell’azione didattica, sono così denominati perché:
- si dispongono fra la realtà e la rappresentazione;
- trasferiscono l’esperienza diretta dal contesto originario esterno all’interno dello scenario predi-
sposto per I insegnamento;
- non valgono per sè, ma per loro natura rimandano a qualcos’ altro;
- stanno a garantire condizioni di sicurezza alla libera manipolazione degli oggetti culturali;
- regolano la distanza analogica tra il Soggetto in Apprendimento e l’Oggetto Culturale.
Resta da esaminare come avvenga questa produzione, quali siano i cosiddetti “mediatori” e come
operino nella doppia funzione di” sostituzione” e “protezione”.
Elencati in un ordine di distanziamento dalla realtà, i tipi fondamentali di mediatori sono i seguenti:
I) mediatori attivi, che fanno ricorso all’esperienza diretta ;
Il) mediatori iconici, che contano sulla rappresentazione propria del linguaggio grafico e spaziale;
III) mediatori analogici, in senso stretto, i quali si esprimono attraverso i giochi di simulazione;
IV) mediatori simbolici, infine, che consistono nei codici di rappresentazione più arbitrari, conven-
zionali e universali come i concetti.